Nota: per chi non interessato al racconto può saltare la prima parte.
Tutto è iniziato un paio di estati fa: un giorno vado a trovare il mio amico Guido che,
trasferitosi all’estero per lavoro da anni, era tornato in Italia
per il periodo di vacanze. Appena entro in casa noto un saccone di
plastica contenente varia “cianfrusagliera” informatica
appoggiato sul divano e lui subito mi dice “ieri ero da mio padre e
ne ho approfittato per fare un po di pulizia, c’è tutta roba che
non uso più, se ti interessa qualcosa prendi pure che poi il resto lo
butto”. Subito noto due joypad USB (uno mi sembrava della
Playstatyon3), ma non faccio neanche in tempo ad avvicinarmi che lui aggiunge, manco mi avesse letto nel pensiero, “tranne i
joypad che li tengo, sono l’unica cosa che ancora potrei usare...”. Così, scemato lo “spunto” iniziale, inizio a rovistare
con poco entusiasmo nel saccone, tiro fuori i due joypad e intravedo
anche, sepolto dal resto del materiale, un joystick che a prima vista
mi sembra robaccia cinese (ma quanto mi sbagliavo!) e quindi inizio a
guardare il resto del contenuto. Cavi di ogni tipo: di alimentazione,
video VGA, patch-cord di rete, doppini telefonici, prolunghe USB (che
poi mi sono tenuto); qualche vecchia scheda video AGP, alcuni banchi
di memoria (“ovviamente da testare” ha sottolineato il mio
amico), vari alimentatori da muro (ma mai con connettore, tensione o corrente che
possano tornare utili) e, tra altre cose che ora non mi ricordo più,
anche un’immancabile modem da 56k!
Continuando a “ravanare” per cercare di capire quali altri
“gioiellini” si trovassero sul fondo del sacco di plastica, scopro
parte del summenzionato joystick e noto subito uno dei pulsanti, che
è di un colore rosso acceso e mi riporta subito alla mente i
pulsanti del mio mitico Albatros; stupito e quasi incredulo lo tiro
fuori e immediatamente lo giro per vedere cosa c’è scritto sul
fondo, e a quel punto mi rendo conto che forse un piccolo tesoro
l’avevo effettivamente trovato.
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Un nome una garanzia. |
Per conferma, l’inconfondibile
suond dei microswitch mi ha subito riportato alla mente gli interi
pomeriggi degli anni ‘80, soprattutto estivi (quando non esisteva
neanche il concetto di “caldo africano”) passati con gli amici a
giocare con il C64.
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Orgogliosamente fatto in Italia. |
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Versione con un solo tasto. |
Così, con fare circospetto e fingendo scarso interesse, esclamo “Quindi il
joystick lo posso prendere!?!” e lui “Si prendi pure, lo usavo ai
tempi dell’università (quindi prima metà anni ‘90) con il PC”
e infatti vedo che ha il connettore DB15 per la vecchia game-port. Il
modello è KOALA Ball Red, ammetto che non l’avevo mai visto prima,
neanche nelle versioni con il connettore DB9 per il C64, ed è di produzione successiva alla serie dei ben più noti Albatros ed anche dei meno noti Cobra.
Tra l’altro
il cavo è pure tagliato con alcuni dei fili interni tranciati, e
quindi me lo cede senza problemi, anche perché, comunque, oggigiorno
un joystick con il connettore per la porta giochi è praticamente
inutile.
E infatti in un
primo momento realizzo che anche se gli sistemassi il cavo poi di fatto
non avrei modo di utilizzarlo: ormai neanche i PC fissi hanno più la
game-port! Ma è un attimo e subito mi viene la brillante idea di
provare a modificalo per realizzargli la connessione USB!
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Koala Ball con DB9. |
Già mi ero fatto un
adattatore da connettore DB9 dei vecchi joystick del C64 a porta USB
proprio per poterli riutilizzare con gli emulatori dei videogiochi su PC, ma è un dispositivo esterno che anche se mi
ha dato il vantaggio di non dover modificare in alcun modo l’Albatros,
comunque non è proprio il massimo della praticità avere un altro
contenitore con un altro cavo. Considerando che con il Koala non
userei quasi certamente mai più il suo connettore originale, l’idea
è di vedere se c'è posto dentro il joystick per l’ adattatore e uscire
direttamente con il cavo USB. Il progetto e il software (disponibile
anche il source-code) lo avevo già trovato sul sito
raphnet.net di
Raphaël
Assénat , un franco-canadese che ha pubblicato, liberamente utilizzabile, un sacco di materiale su come adattare vari tipi di
controller per usarli su PC o anche altre consolle.
Lo schema è abbastanza semplice, si basa sul diffuso microcontroller della ATMEL, l'
Atmega8 che legge gli impulsi in ingresso dai contatti del joystick e
li converte in un segnale USB; l’adattatore viene riconosciuto da
sistema operativo come controller standard e non ha bisogno di alcun
driver (ne con win ne con linux). Ci sono solo una decina di
componenti ed è relativamente facile riuscire ad assemblarlo su una
scheda da prototipo tipo “millefori”.

Lato componenti |

Lato Saldature |
Per me la parte più complicata è stata caricare il software del microcontroller perché non ho
alcun tipo di programmatore, ma gli amici si vedono nel momento del
bisogno, e il mio amico Andrea ha proprio un bel programmatore per i
vari ATMEL (che lui usa principalmente per programmare gli Arduino),
e dopo una manciata di click ecco pronto l’adattatore!
Ho smontato il
circuito stampato originale (sul quale e incisa la data ‘92,
inoltre si notano i due potenziometri per la taratura zero-offset
necessari per la porta giochi) e nello spazio lasciato vuoto sono
riuscito a inserire la scheda dell'adattatore sagomandola leggermente
per incastrarla perfettamente all'interno del joystick, poi l'ho fissata con un po di colla a caldo.
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La scheda originale. |
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La scheda USB al posto dell'originale.
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Come tocco finale ho aggiunto un LED, per indicare la presenza di alimentazione della scheda, inserendolo in un dei due buchi lasciati dalle manopole dei due potenziometri e ho sigillato il buco rimasto vuoto.
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Prima... |
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...e dopo. |
Il risultato è ottimo, i due semi gusci si richiudono perfettamente e a parte alcuni piccoli dettagli (come il cavo USB che esce da un lato differente rispetto al suo originale) sembra quasi di non aver apportato alcuna modifica.
Ringrazio per l'aiuto nella realizzazione del blog, Giovanni e
Luke.
Figgoooooo, vorrei tanto farne uno per il mio amico Billi. Posso contattarti in PM? Ciao e complimenti ancora per la realizzazione
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